Attenzione ai corsi OSS non autorizzati dalla Regione Sardegna


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Alcuni OSS recentemente qualificati presso l'Ente Leonardo

Circolano ancora una volta discutibili proposte per il conseguimento di qualifiche del tutto estranee al naturale percorso di apprendimento previsto dalla Regione Sardegna, unico organismo deputato a vigilare sui percorsi di formazione professionale e sui titoli che ne conseguono.

I titoli di qualifica, infatti, sono riconosciuti nell’ambito regionale, nazionale e comunitario perché scaturiscono dal rispetto di precisi indirizzi normativi e comportano precisi obblighi da parte del soggetto erogatore (le Agenzie formative inserite nel Sistema di accreditamento regionale) e da parte degli utenti.

In sostanza la Regione Sardegna, attraverso le Agenzie formative, autorizza lo svolgimento di corsi di formazione professionale a finanziamento regionale o comunitario (e quindi interamente pagati dalle casse pubbliche), oppure in regime di “autofinanziamento” (con una formula mista di regole pubbliche e private). L’autorizzazione viene cioè concessa dall’Assessorato del Lavoro e Formazione Professionale dopo aver verificato la coerenza progettuale, che consente poi agli uffici preposti la costante vigilanza sullo svolgimento del percorso didattico e l’insediamento della Commissione pubblica per gli esami. Si lascia alle parti private (agenzia formativa e utenti) solo il diritto di stabilire un corrispettivo finanziario per la partecipazione alla specifica proposta, e la parte finanziaria esula dalla vigilanza dell’ufficio di controllo poiché non vengono utilizzati e spesi fondi pubblici.

L’Assessorato del Lavoro aggiorna periodicamente l’elenco di questi corsi “liberi” e di  fatto ne conferma la legittimità. Solo i corsi inseriti nell’elenco godono delle “autorizzazioni” necessarie al conseguimento della qualifica professionale e quindi all’esercizio di specifiche professioni.

Tutto il resto è pura e semplice attività commerciale. Talvolta ai limiti della legalità (che viene delegata a valutazioni molto fantasiose), in altri casi ai limiti della truffa. Già in passato l’Assessorato e gli organi di informazione hanno ammonito sui pericoli cui sarebbe andato incontro chi troppo frettolosamente sottoscrivesse contratti per la partecipazione a simili corsi.

La Regione Sardegna tuttavia, pur assicurando la massima vigilanza sulla materia, non può impedire proposte inserite sul libero mercato. Nessuno può infatti vietare alla signora Maria di Voghera di proporre corsi di cucina sarda nell’isola: basta che sia in regola con le disposizioni camerali, fiscali e previdenziali.  Ma ben altra cosa è il riconoscimento della qualifica di chef: questo la signora Maria non può farlo, in assenza delle dovute autorizzazioni dall’organo di controllo regionale della Sardegna, e ben poco ha da millantare le eventuali autorizzazioni della Regione Lombardia a supporto della validità della sua proposta perché, per rendere valido il titolo, dovrebbe quantomeno aver ricevuto dalla propria Regione un’autorizzazione precisa ad agire in altro territorio nazionale: aspetto non verosimile perché verrebbe a mancare il presupposto della vigilanza sulla corretta gestione del corso, consentita solo – per ragioni normative – alla Regione Sardegna.

Concludendo, è quantomeno previdente chi si informa contattando l’URP dell’Assessorato del Lavoro della Regione Sardegna (070 6067038), e chi approfondisce l’argomento consultando alla fonte procedure e normative (per esempio sulle pagine di www.regionesardegna.it dedicate alla presentazione di progetti per i corsi liberi autofinanziati per il conseguimento delle qualifiche professionali). Ne trarrà sicuramente vantaggio il portafoglio di chi insegue illusioni difficilmente realizzabili.


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